I temporali sono tra i fenomeni atmosferici più suggestivi, ma che incutono al tempo stesso un certo timore.
In meteorologia un temporale può definirsi tale solo in presenza di attività elettrica, cioè di tuoni e fulmini, mentre può non necessariamente essere accompagnato da pioggia (in questo caso si parla di “temporale senza precipitazioni”).
I fulmini in particolare sono tra i fenomeni naturali più affascinanti e pericolosi al tempo stesso. Già nell’antichità i nostri antenati, ancora incapaci di analizzarli da un punto di vista scientifico, vi hanno a lungo ricamato attorno miti e leggende: secondo la mitologia greca, ad esempio, Zeus, dio del cielo e del tuono, nei momenti di ira scagliava fulmini contro i suoi nemici.
Oggi sappiamo bene che i fulmini sono scariche elettriche che si producono nell’atmosfera a causa di una elevatissima differenza di potenziale tra due punti della cella temporalesca o tra le nubi e il suolo. Il rombo del tuono ne è una diretta conseguenza, dovuta alla rapida espansione e contrazione dell’aria che, in seguito al fulmine, raggiunge in breve tempo temperature di decine di migliaia di gradi, per poi raffreddarsi nuovamente. I secondi che intercorrono tra un fulmine e il successivo tuono permettono di stabilire quanto è lontano un temporale (3 secondi corrispondono a circa 1 km).
Le conseguenze, per un organismo colpito da un fulmine, sono sia di breve che di lungo termine e comprendono: arresto respiratorio, arresto cardiaco, confusione, perdita di conoscenza e amnesia temporanea, paralisi, ustioni, convulsioni, capogiri, dolori muscolari e cronici, danni alla vista, sordità, mal di testa, perdite di memoria, problemi di attenzione, cambi di personalità.
In Italia, ogni anno, si verificano circa 10-15 decessi a causa dei fulmini, per questo motivo è molto importante, in caso di temporale, seguire alcune semplici, ma fondamentali, regole di comportamento per ridurre le probabilità di essere colpiti da un fulmine: evitare di ripararsi proprio sotto ad un albero; uscire immediatamente dall’acqua se si sta facendo il bagno al mare o al lago; allontanarsi da oggetti appuntiti o metallici, come ombrelli, ombrelloni, bastoni e tende da campeggio che, per l’”effetto punta”, tendono ad attirare i fulmini, proprio come gli alberi. In mancanza di un luogo chiuso dove ripararsi, la posizione più sicura è quella in cui si sta piegati sulle proprie ginocchia.
Sembra forse incredibile, ma è esistita una persona che è stata colpita da un fulmine per ben sette volte nell’arco della sua vita. E’ ciò che è accaduto a Roy Cleveland Sullivan, park ranger al Shenandoah National Park della Virginia, vissuto tra il 1912 e il 1983: l’uomo ne fu così traumatizzato da non riuscire nemmeno più ad uscire di casa senza uno spruzzino d’acqua antincendio e senza la paura per la comparsa di nuvole sospette.