Ricerca

Ozono troposferico e ozono stratosferico

 

 

Un elemento dell’atmosfera di cui tutti avranno sentito parlare è l’ozono. Questo gas è presente in quantità differenti nei diversi strati dell’atmosfera: circa il 90% dell’ozono si trova nella stratosfera (ozono stratosferico), mentre solo il 10% è situato nella troposfera, lo strato più vicino alla superficie terrestre (ozono troposferico). Pur essendo la stessa molecola, l’ozono stratosferico e quello troposferico hanno origini differenti e impatti molto diversi sugli abitanti del nostro Pianeta.

Il primo ha origine naturale e si forma nella stratosfera quando i raggi del Sole colpiscono le molecole di ossigeno; a sua volta l’ozono interagisce con le radiazioni ultraviolette del Sole, che sono dannose per l’uomo, impedendo alla maggior parte di esse di raggiungere la superficie terrestre: si crea uno strato di ozono che fa da vero e proprio “scudo” di protezione dai dannosi raggi UV. Senza questo strato, i raggi UV del Sole che arrivano sulla Terra distruggerebbero le cellule di tutti gli organismi viventi e non ci sarebbe vita sulla Terra.

Cosa succederebbe quindi se ci fosse un buco nello strato di ozono “buono”, o anche solo diminuisse il suo spessore? Riuscirebbero a giungere sulla Terra molti più raggi UV che, in quantità elevate, sono dannosi per la salute dell’uomo, in particolare per la pelle e per gli occhi. È quello che, purtroppo, succede ogni primavera al di sopra dei Poli e in particolar modo sull’Antartide, il continente situato al Polo Sud. Questo fenomeno, che prende il nome di “buco dell’ozono”, è stato provocato dalle attività dell’uomo che, in passato, utilizzava gas che letteralmente distruggevano l’ozono presente nella stratosfera; già da qualche anno questi gas, contenuti specialmente nelle bombolette spray, sono stati proibiti. Nel 2020, anche a seguito di particolari condizioni meteorologiche, il “buco dell’ozono” sull’Antartide ha raggiunto la sua massima estensione: è stato il buco più duraturo e uno dei più grandi dall’inizio del monitoraggio 40 anni fa; il WMO (Organizzazione Mondiale della Meteorologia) ha dichiarato la sua chiusura nel mese di dicembre.

L’ozono troposferico, invece, si genera quando i raggi del Sole attivano reazioni chimiche tra le molecole di ossigeno e alcuni inquinanti provenienti principalmente dalle fabbriche, dagli impianti di riscaldamento e dai gas di scarico delle automobili. Questo tipo di ozono è un inquinante, dannoso per la salute umana e la sua concentrazione aumenta durante i mesi estivi, quando è maggiore la radiazione solare, in particolar modo nelle ore centrali della giornata. In presenza di alte concentrazioni di ozono troposferico si parla anche di “smog fotochimico”.

 

 

Vedi anche