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Green building

 

 

Come ben evidenziato anche dalle immagini satellitari, la nostre città possono essere assimilate a delle vere e proprie isole di cemento e asfalto, in cui la vegetazione trova, ahimè, ben poco spazio.

La percentuale di popolazione che vive nelle città, specie quelle di grandi dimensioni, è infatti in continuo aumento e, per far fronte a ciò, con il passare del tempo, sempre maggiore diviene la necessità di trovare in esse nuovi spazi abitativi e produttivi, a discapito delle aree verdi, la cui estensione, di contro, si riduce progressivamente.

 

Se da una parte non si può fare a meno di costruire, dall’altra è però possibile cercare di edificare case e palazzi limitando gli impatti sull’ambiente. E’ proprio da questo principio che è nata la bioarchitettura o ‘green building’ (costruzione verde): un insieme di discipline dell’architettura volte alla progettazione e costruzione di edifici in modo ecosostenibile, ovvero che tengano conto di tutti gli aspetti ecologici relativi alla scelta dei materiali da utilizzare e al miglior impiego delle risorse naturali, nella prospettiva del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente, nonché del benessere psicofisico dell’individuo che li abita.

 

Questa tipologia di architettura richiede alcuni requisiti base, che sono in continua evoluzione di pari passo con lo sviluppo tecnologico: bisogna anzitutto prestare attenzione al contesto storico, alla vicinanza dei mezzi di trasporto pubblico, ai servizi raggiungibili a piedi e all’ambiente naturale presente nel luogo scelto per la costruzione; quest’ultima, realizzata con materiali riciclabili e locali, deve essere di ridotte dimensioni per minimizzare il consumo del suolo e l’utilizzo di risorse naturali e deve prevedere la tutela e il riutilizzo di quelle acquifere. I bisogni energetici dell’edificio devono essere soddisfatti sfruttando energia solare, eolica e geotermica; per massimizzare il risparmio energetico, la costruzione deve inoltre essere isolata termicamente, in modo da ridurre l’energia necessaria per il riscaldamento in inverno e per il raffreddamento in estate; parallelamente, anche il suo orientamento deve essere progettato in modo tale da avere la migliore esposizione (soleggiamento/ombreggiamento) e ventilazione possibili.

 

Nell’ambito di questo tipo di progettazione, non è insolito che il tetto dell’edificio possa essere completamente ricoperto di vegetazione (‘green roof’), al fine di ridurre la temperatura dell’aria e contrastare l’effetto isola di calore urbana. Ma la presenza del verde sugli edifici cittadini, nell’ottica della progettazione green building, non si limita talvolta alla sola sommità, come testimoniato da uno degli edifici divenuti simbolo di questo nuovo modo di concepire l’architettura in chiave ecosostenibile: il ben noto Bosco Verticale di Milano, un complesso di due palazzi residenziali a torre progettato da Stefano Boeri e inaugurato nel 2014, attraverso la piantumazione verticale di circa 800 alberi di diverse dimensioni, non solo ha contribuito alla mitigazione del microclima, ma ha anche dato vita ad un habitat cittadino colonizzato da numerose specie di animali.

 

 

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