Oggi tutte le grandi Nazioni si impegnano per cercare soluzioni tecnologiche che permettano di ridurre le emissioni dei cosiddetti gas serra, ritenuti fra i maggiori responsabili del mutamento climatico dell’ultimo secolo.
Non è sempre stato così: solo nel 1992, a Rio de Janeiro, si tenne la prima “Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite”, detto il “Summit della Terra”, cui parteciparono 154 Nazioni. Durante questo primo incontro si gettarono le basi per i futuri accordi sul clima: in questa occasione, difatti, fu creato l’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), organo delle Nazioni Unite tra i cui scopi c’è quello di aggiornare il registro delle emissioni di gas climalteranti e organizzare i negoziati periodici, le COP (Conferenza delle Parti), che si svolgono annualmente a partire dal 1995.
Con il Protocollo di Kyoto del 1997, per la prima volta, venne imposto agli Stati aderenti l’obbligo di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 5% circa rispetto al 1990. Il Protocollo, sottoscritto l’11 dicembre 1997, è entrato in vigore solo nel 2005, grazie alla ratifica da parte della Russia: infatti, poiché il trattato potesse entrare ufficialmente in vigore, era necessario che venisse ratificato da non meno di 55 Nazioni, e che queste stesse Nazioni firmatarie rappresentassero, complessivamente, almeno il 55% delle emissioni serra globali di origine antropica (un obiettivo raggiunto proprio grazie alla sottoscrizione della Russia).
L’accordo di parigi
Nel 2015, durante la COP21, è stato raggiunto l’Accordo di Parigi, in cui i 195 Stati partecipanti hanno concordato di ridurre la loro produzione di anidride carbonica: l’obiettivo comune è riuscire mantenere l’innalzamento della temperatura media globale “ben al di sotto di 2 °C” rispetto al periodo pre-industriale.
Alla COP24 di Katowice del 2018 è stato adottato il Katowice Climate Package, ossia una sorta di “libro delle regole” che contiene norme e linee guida dettagliate per attuare l’accordo globale sul clima raggiunto a Parigi nel 2015.
Durante l’ultima Conferenza delle Parti (COP25), svoltasi a Madrid dal 2 al 13 dicembre 2019 sotto presidenza cilena, è stato approvato il Gender Action Plan, che promuove i diritti e la partecipazione delle donne all’interno dell’azione climatica internazionale e raggiunto un accordo sulla riduzione dei gas serra entro il 2030; slitta, invece, alla COP26 del 2020, l’approvazione dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, che avrebbe dovuto regolamentare il futuro mercato di scambio delle emissioni. Proprio nel 2020, tra l’altro, si terranno in Italia, più precisamente a Milano, i lavori preparatori alla COP26 e la “COP dei giovani”.